La tecnologia digitale fa sempre più parte della nostra quotidianità e del nostro modo di essere. Alla base di questo scenario evolutivo si trova il processo che ha trasformato il segnale da analogico in digitale. La digitalizzazione consiste nel tradurre un dato in una sequenza numerica di 0 e 1 (sistema binario). Così codificati, segnali diversi tra loro (immagini fisse o in movimento, suoni, testi scritti) diventano omogenei e si possono gestire contemporaneamente, in modo flessibile e veloce, mantenendone inalterata la stabilità e la qualità nel tempo.
L’Analisi Digitale dei Segnali (Digital Signal Processing, DSP), a partire dagli anni Sessanta e Settanta, ha dato un significativo impulso all’elettronica e ai computer, aprendo le porte della scienza a nuove opportunità e infinite applicazioni.
Attualmente i computer sono utilizzati in moltissimi campi della medicina. In particolare, sono tre le principali tipologie di dati che vengono acquisiti, manipolati e archiviati: dati alfanumerici, immagini medicali e segnali fisiologici.
La tecnologia digitale DSP applicata allo stimolatore cardiaco si traduce nell’elaborazione digitale dei segnali intracardiaci e nella possibilità di decidere la terapia non solo in presenza del segnale, ma in base alla sua morfologia. Ad esempio, il pacemaker del prossimo futuro potrà discriminare tra un’onda P e un’onda del campo lontano ventricolare. Sicuramente sarà un dispositivo rivoluzionario: non esisteranno più i periodi refrattari, né i blanking; non sarà più necessario ottimizzare la programmazione della sensibilità.