Rimozione transvenosa di elettrocateteri da pacemaker e/o ICD malfunzionanti o infetti mediante tecnica manuale. Esperienza di un unico Centro Regionale siciliano dedicato (anni 2002-2007)
La rimozione di elettrocateteri cronicamente impiantati e attualmente l’unica terapia risolutiva in caso di malfunzionamento e/o infezione del sistema di stimolazione. Presso la nostra Divisione di Cardiologia, la rimozione transvenosa degli elettrocateteri viene praticata da circa 6 anni utilizzando esclusivamente la tecnica manuale standard o modificata mediante trazione meccanica manuale, dilatazione con l’uso di guaine dilatatrici di calibro variabile e cateteri a cappio per il recupero e lo spostamento endovascolare degli elettrocateteri da stimolazione o eventuali frammenti e corpi estranei. Sono state seguite scrupolosamente le indicazioni date dal protocollo nazionale (AIAC 2004) per l’esecuzione delle procedure, per la scelta dei materiali, per i criteri di selezione dei pazienti (Classe I e II) e per la preparazione dell’operatore medico e del personale infermieristico in sala.
Risultati. (1) Sono state eseguite 150 procedure totali su altrettanti pazienti. (2) Sono stati considerati in totale 266 elettrocateteri, di cui 123 ventricolari, 98 atriali, 21 ventricolari da defibrillazione, 15 da seno coronarico e 9 da stimolazione VDD. (3) Modalita di ancoraggio: a fissazione passiva (n = 216), a fissazione attiva (n = 49). Un solo caso di elettrocatetere a vite fissa. (4) Cause di rimozione: necrosi della tasca con infezione locale (111 casi), endocardite infettiva accertata (16 casi), malfunzionamento o abbandono (23 casi). (5) Vie venose utilizzate per la rimozione: vena succlavia sinistra (186 elett.), vena succlavia destra (40 elett.), vena giugulare interna destra (26 elett.), vena femorale destra (14 elett.). (6) Risultati: successo totale in 142 casi, parziale in 6 casi e insuccesso in 2 casi. (7) Complicanze: nessun caso di morte, nessuna complicanza maggiore. Dodici complicanze lievi, comprendenti 6 episodi di ipotensione arteriosa marcata regredita spontaneamente, 4 episodi di ipotensione arteriosa marcata regredita con terapia farmacologica, 3 pazienti con tachicardia ventricolare non sostenuta regredita spontaneamente, 1 caso di PNX destro lieve e 1 caso di crisi epilettiforme durante lo svolgimento dell’intervento.
Conclusioni. La presenza di un Centro Regionale specializzato e dedicato a interventi di rimozione di elettrocateteri ha permesso la risoluzione della maggior parte delle complicanze infettive o da malfunzionamento collegate all’impianto di pacemaker, con brevi tempi di attesa e costi di intervento ridotti.