Complicanze non infettive e/o malfunzionamenti dei sistemi di stimolazione cardiaca permanente: importanza della rimozione transvenosa
Le complicanze non infettive nei portatori di PM/ICD, pur essendo numericamente inferiori alle infettive, devono essere considerate altrettanto pericolose per la salute dei pazienti. La presenza sul mercato di dispositivi sempre più sofisticati espone a complicanze e malfunzionamenti talora gravi. Sono stati valutati 70 pazienti, con complicanze non infettive, sottoposti a intervento di rimozione transvenosa secondo le Linee guida nazionali e internazionali. Sono stati rimossi in totale 114 elettrocateteri e recuperati 9 frammenti o corpi estranei. Gli elettrocateteri rimossi sono stati valutati per i seguenti parametri: modello e tipo di stimolazione, cause di malfunzionamento o complicanza, risultato finale. Dei 114 elettrocateteri rimossi: 47 ventricolari, 35 atriali, 16 coil ventricolare, 13 da seno coronario, 3 VDD. Cause di malfunzionamento: 27 fratture parziali del rivestimento esterno o del conduttore; 18 fratture totali; 10 con soglie > di 3 V; 14 con impedenze > di 3000 mA; 8 con impedenze < di 200mA; 22 dislocazioni di cui 13 del seno coronario. Sono stati rimossi 5 elettrocateteri in tre pazienti con diagnosi clinica di sindrome venosa ostruttiva grave. Sono stati recuperati 9 frammenti e/o corpi estranei: 5 frammenti spezzati di elettrocateteri e 4 parti intravascolari di introduttore venoso centrale. La rimozione degli elettrocateteri malfunzionanti o complicanti sindrome venose ostruttive, e il recupero dei frammento o corpi estranei endovasali o intracardiaci, ha permesso la risoluzione del 100% delle problematiche associate.
Un solo caso di complicanza grave con emopericardio drenato mediante pericardiocentesi.