L’infezione dopo impianto di pacemaker o defibrillatore impiantabile è considerata attualmente la maggiore complicanza. L’infezione della tasca del generatore, avviene molto frequentemente dopo impianto o sostituzione dello stesso, può presentarsi frequentemente come infezione locale della ferita chirurgica. Nel meccanismo dell’infezione spesso i microrganismi si propagano dalla tasca alla porzione intravenosa o viceversa la tasca del PM può infettarsi secondariamente, quando il processo infettivo invade il circolo sanguigno, si possono avere sintomi sistemici. Infine può evolvere nell’Endocardite Infettiva, rara ma serissima complicanza, che richiede complessi e costosi trattamenti medicochirurgici. Numerose evidenze cliniche suggeriscono che il trattamento del processo infettivo richiede prevalentemente due approcci: rimozione dell’intero sistema di stimolazione (device ed elettrocateteri) e trattamento antibiotico specifico. Presso il nostro istituto l’intero sistema viene completamente rimosso, inclusi gli elettrocateteri, mediante l’utilizzo di singole sheath meccaniche attraverso approccio venoso multi-sito. Successivamente il device viene reimpianto da un altro sito d’ingresso. In questa fase, le migliori condizioni chirurgiche e interventistiche (sala operatoria, esperienza operatoria, preparazione della cute e antibioticoterapia locale) sono considerate la chiave del successo. La tecnica di estrazione deve essere accompagnata da un trattamento antibiotico aggressivo. Staphylococcus aureus e Staphylococcus epidermidis sono considerati i maggiori responsabili delle infezioni degli stimolatori cardiaci. Comunque l’isolamento e l’identificazione del responsabile patogeno sono di vitale importanza nelle infezioni dei device e nel trattamento antibiotico specifico.
L’esame dei tessuti e le colture microbiche eseguite durante l’estrazione hanno lo scopo di poter esaminare le eventuali resistenze microbiche ai comuni antibiotici.
In questo lavoro riportiamo la nostra esperienza nel trattamento delle infezioni da pacemaker o defibrillatore impiantabile presso l’ospedale di San Vincenzo di Taormina (Messina) considerato Centro di riferimento regionale per la rimozione degli elettrodi.