Premessa e scopo dello studio. La fibrillazione atriale (FA) cronica può talvolta rivelarsi un’aritmia resistente alla cardioversione (CV) elettrica esterna o può richiedere molteplici shock di energia crescente. Questo studio si propone di confrontare le forme d’onda bifasica e monofasica in termini di efficacia, energia e numero di tentativi da impiegare per ripristinare il ritmo sinusale.
Metodo e risultati. Questo studio prospettico e randomizzato è stato condotto su una popolazione di 40 pazienti in fibrillazione atriale cronica con indicazione ad essere sottoposti a CV elettrica esterna. Ventidue (22) pazienti sono stati assegnati a un protocollo di 5 shock con onda rettilinea bifasica ordinati in step di energia crescente a 75-120-150-200-200 J, e diciotto (18) pazienti a un protocollo di 5 shock con onda monofasica sinusoide smorzata a 100-200-300-360-360 J. L’efficacia cumulativa degli shock bifasici è risultata maggiore per ogni step di CV tranne il primo: I step 18% vs 0% (p = 0,057), II step 54% vs 22% (p = 0,038), III step 77% vs 39% (p = 0,014), IV step 95% vs 67% (p = 0,017), V step 95% vs 72% (p = 0,041). Il numero medio di tentativi impiegati per ripristinare il ritmo sinusale (2,55 ± 1,1 vs 3,72 ± 1,2; p = 0,003) e l’energia media impiegata per ogni paziente (873 ± 404 J vs 295 ± 185 J; p <0,001) sono risultati significativamente inferiori nel gruppo sottoposto a protocollo bifasico.
Conclusioni. Nella CV elettrica esterna della FA, la forma d’onda rettilinea bifasica è più efficace della monofasica, richiede minori energie e presenta un minor numero di tentativi inefficaci alle più basse energie selezionate.