La stimolazione dell’apice del ventricolo destro (RVA) è da sempre utilizzata per la serie di vantaggi offerti in termini di facilità di accesso al sito, stabilità dell’elettrodo e ridotta incidenza di complicanze post-operatorie. Tuttavia è ben noto che la stimolazione apicale altera la meccanica cardiaca con effetti dannosi sull’emodinamica. Numerosi studi hanno evidenziato che, in presenza di disfunzione del nodo del seno e QRS nella norma, il pacing apicale destro incrementa il rischio di ospedalizzazione per scompenso cardiaco (HF) e fibrillazione atriale (AF). Analogamente l’auricola destra (RAA) è sempre stata considerata la sede elettiva per la stimolazione atriale. Negli ultimi anni, la ricerca di siti di pacing alternativi in ventricolo destro si è indirizzata verso la regione para Hissiana (setto o tratto di efflusso), mentre in atrio sono stati valutati l’ostio del seno coronarico, in prossimità del fascio di Bachmann o il setto interatriale basso. Diventa pertanto fondamentale l’impiego di elettrodi a fissaggio attivo che permettono un facile posizionamento in siti alternativi al RVA o al RAA. L’elettrodo a vite offre ulteriori vantaggi in termini di stabilità, sede di stimolazione, tempi di ricovero post-impianto, facilità di rimozione in caso di espianto. Prendendo spunto da queste considerazioni si è deciso di promuovere, in collaborazione con St. Jude Medical Italia, un registro regionale prospettico, multicentrico, aperto, senza gruppo di controllo per la raccolta dei dati sull’impianto e il follow-up dei cateteri a fissaggio attivo Tendril. Sono stati arruolati pazienti adulti con indicazione all’impianto di un pacemaker o defibrillatore (ICD). In 28 mesi sono stati arruolati 230 pazienti in 7 centri di elettrofisiologia e aritmologia siciliani. Il periodo di follow-up si è concluso dopo 18 mesi dalla fine degli arruolamenti. Sono stati impiantati 272 elettrodi (104 atriali e 168 ventricolari). In atrio la sede privilegiata è stata l’auricola, mentre in ventricolo l’apice; tuttavia un discreto numero di elettrodi ventricolari è stato posizionato in siti non convenzionali. Ridottissimo il numero di aritmie insorte durante il posizionamento degli elettrodi. Le misure dei parametri elettrici raccolti durante l’impianto e i successivi follow-up evidenziano, così come i dati in letteratura, le buone performance e la stabilità a lungo termine degli elettrodi a fissaggio attivo, oltre al ridotto numero di eventi avversi. Sulla base dei dati raccolti, quindi, è possibile sottolineare l’equivalenza tra elettrodi a fissaggio attivo e passivo in termini di prestazioni elettriche e ridotto tasso di eventi avversi, a fronte degli innegabili vantaggi derivanti dal loro utilizzo.